Webethics – Etica e valori morali

Una “finestra” sul mondo dell’etica applicata!

Nelle decisioni che siamo chiamati a prendere nelle più svariate situazioni della vita vi sono sempre due componenti strettamente legate fra loro, anche se concettualmente ben distinte: la padronanza della conoscenza scientifica e tecnica, il sapere cioè cosa fare e come farlo; e il riferimento ai valori, a ciò che è bene non solo per sé, ma anche per gli altri a breve e lungo termine.

E dal momento che su ognuno di noi incombe il dovere di essere attenti a entrambe queste componenti:, ne consegue che dobbiamo essere preparati ad affrontare con sufficiente competenza non solo le implicazioni scientifiche e tecniche della professione, del lavoro, …, ma anche le loro implicazioni etiche.

Ecco, quindi, la necessità di una può adeguata formazione etica di chi si prepara ad affrontare problemi e dilemmi sempre più difficili e complessi dal punto di vista morale.

Bioetica

La bioetica (dal greco antico εθος (o ήθος), “èthos”,carattere o comportamento, costume, consuetudine e βίος, “bìos” , vita) è una disciplina che si occupa delle questioni morali collegate alla ricerca biologica e alla medicina.
Nella bioetica sono coinvolte varie discipline come filosofia, filosofia della scienza, medicina, biologia, genetica, epigenetica, embriologia, giusnaturalismo, diritto, così come le problematiche collegate alle varie visioni morali atee, spirituali o religiose ed all’esercizio del potere politico sul corpo dei cittadini (biopolitica).
Coloro che trattano del tema della bioetica sono quindi specialisti in varie discipline, come filosofi, giuristi, sociologi che vengono chiamati con il termine di “bioeticisti”, o più comunemente “bioetici”.

Origini del termine
La coniazione del termine bioetica è attribuita a Fritz Jahr, che nel 1927 parlò di «imperativo bioetico» riguardo allo sfruttamento di fauna e flora da parte dell’uomo (si veda: H. M. Sass, Fritz Jahr’s 1927 concept of bioethics, Kennedy Institute Ethics Journal, 17(4), Dec 2007, 279-295).
Con il significato attuale il termine fu adoperato per la prima volta dall’oncologo statunitense Van Rensselaer Potter, che lo utilizzò nel 1970  in un articolo pubblicato sulla rivista dell’Università del Wisconsin “Perspectives in Biology and Medicine” dove si scriveva di «Bioetica: la scienza della sopravvivenza». Nel 1971 lo stesso autore raccoglieva vari articoli su questi argomenti in un libro intitolato Bioethics: Bridge to the future (Bioetica: un ponte verso il futuro) dove scriveva:
«Ho scelto la radice bio per rappresentare la conoscenza biologica, la scienza dei sistemi viventi; e ethics per rappresentare la conoscenza del sistema dei valori umani.»
Potter spiegava il termine bioetica come la scienza che consentisse all’uomo di sopravvivere utilizzando i suoi valori morali di fronte all’evolversi dell’ecosistema. La bioetica doveva essere «un’ecologia globale di vita».
I ricercatori del Kennedy Institute, ed in particolare l’ostetrico olandese E. André Hellegers definirono la bioetica come una branca dell’etica dedita allo studio e alla ricerca della biomedicina.
In senso più aderente alla filosofia André Hellegers considerava la bioetica come un nuovo aspetto del dialogo socratico capace cioè di far interloquire la medicina, la filosofia e l’etica alla ricerca di verità condivise.
Questa definizione venne in seguito giudicata troppo riduttiva da Warren Reich. che nella sua “Enciclopedia della bioetica”  elaborò questa definizione globale: «Lo studio sistematico delle dimensioni morali – inclusa la visione morale, la condotta e le politiche – delle scienze della vita e della salute, utilizzando varie metodologie etiche e con un’impostazione interdisciplinare» dove si dava maggiore valore alla morale: si trattava dunque di uno «studio sistematico delle dimensioni morali delle scienze della vita e della salute includendovi anche i problemi sociali e ambientali legati alla salute.

Altre definizioni
La bioetica viene definita come un’area di ricerca che grazie a diverse discipline su cui si basa pone come «oggetto dei suoi studi l’esame sistematico della condotta umana nel campo della scienza della vita e della salute».
Altra definizione che si discosta dalla precedente è quella che la identifica come un movimento di idee e di valori che continuamente cambiano nel corso della storia.
Successivamente T.L. Beauchamp e C.F. Childress parlano di etica biomedica evitando il termine bioetica.
Il filosofo tedesco Hans Jonas sostiene che nel campo della bioetica non possono darsi risposte definitive in quanto ogni valore morale deve commisurarsi sulla mutevole realtà a cui deve essere applicato. Auspica inoltre una piena libertà della ricerca medica fiducioso che essa abbia in se stessa le capacità di autoregolamentarsi.
Concetti simili alle definizioni precedenti si ritrovano nel movimento transumanista, o per altri versi nella sociobiologia e nella psicologia evoluzionista.

Per un approfondimento sulla voce “Bioetica”, si veda l’ampio articolo di Daniel Callahan sul tema “Bioetica” tratto dall’Encyclopedia of Bioethics, 3a edizione, a cura di Stephen G. Post, Macmillan Reference, New York 2004 (traduzione dall’inglese di Lucia Mariani per conto della Fondazione Lanza, testo non rivisto dall’autore).